Percorsi per Crescere
Il metodo Montessori
- Il metodo Montessori
Il bambino al centro del suo sviluppo
Ogni istituzione educativa chiamata ad accogliere bambini e bambine, sia essa un nido, una scuola, un centro ricreativo, un luogo di vacanza, si trova oggi assediata da una richiesta sociale pressante: che il bambino sappia, o dimostri il proprio sapere.
Il soggetto di questa pratica, com’è ovvio, non è il bambino, costretto ad aderire a una proposta preconfezionata. Il focus è invece sull’adulto, che sceglie, sviluppa il percorso (o il “curriculum”) a cui il bambino si deve adattare. Per insegnare e accompagnare alla crescita, l’adulto parte da ciò che il bambino sa e non da ciò che è, nella sua globalità.

Non è un caso se oggi i termini più ricorrenti in ambito pedagogico siano: programmazione, stimoli, apprendimento, e che i bambini siano chiamati sempre più spesso a conformarsi a standard di valutazione stabiliti razionalmente e non sulla base di un’effettiva osservazione delle loro potenzialità o difficoltà.
Una proposta alternativa a questa visione dominante, che accomuna tutte le istituzioni scolastiche “tradizionali”, esiste ed è quella che privilegia la relazione con il bambino, al fine di renderlo protagonista del proprio crescere, tramite l’ascolto dei suoi bisogni individuali e spogliandolo da subdoli preconcetti.

Qui si struttura il metodo elaborato da Maria Montessori, secondo la quale ogni individuo in crescita è, fin dal primo anno di vita, in grado di scegliere ciò che gli corrisponde per le sue esplorazioni e tende alla propria indipendenza (e successiva autonomia).
La fiducia nell’interesse spontaneo del bambino, nel suo impulso naturale ad agire e conoscere è un presupposto indispensabile per una scuola Montessori.
Con questo metodo bambini o ragazzi hanno piena libertà di scelta, di azione, tempo, postura e costruiscono la struttura sociale del proprio gruppo sul rispetto reciproco, adottando due regole cardine:
- ogni oggetto adoperato si rimette a posto
- non si può mai togliere un oggetto a un compagno.
Per favorire l’interscambio di competenze e la contaminazione di interessi, i gruppi di lavoro hanno una struttura molto diversa dalla scuola tradizionale. Ad esempio nella scuola primaria, pur mantenendo una divisione in classi dalla prima alla quinta, i bambini imparano a lavorare con compagni di età diverse, in gruppi eterogenei dove viene favorito lo scambio, l’aiuto, l’auto apprendimento e l’auto correzione, sempre sotto la supervisione di docenti qualificati che propongono, indirizzano e stimolano l’apprendimento.
Allo stesso modo le nostre aule non sono assegnate per età anagrafica ma per materia, così da permettere ai bambini e alle bambine il libero spostamento tra le aree e la libera scelta delle attività da approfondire.
Per chi non conosce il metodo questa può apparire una proposta confusa, poco indirizzata, non guidata. In realtà è del tutto l’opposto.

- I princìpi del metodo Montessori
La valorizzazione dell'unicità di ogni bambino
Vedere ogni bambino come è, non come vorremmo che fosse: è questo uno dei princìpi cardine del metodo Montessori, che educa al senso di responsabilità e al rispetto verso le persone e le cose.
È fondamentale la fiducia verso il bambino, così come il fatto di accettarlo per quello che sa fare e per come entra in relazione con gli altri, concedendogli tutto il tempo di cui hai bisogno per esprimere i suoi progressi.

Con lo spostamento del focus dagli obiettivi al bambino, l’approccio educativo risulta stravolto rispetto a quello tradizionale, disorientando spesso gli adulti. È essenziale che il bambino possa “fare” con piacere e con successo e per riuscirci occorre accordargli supporto e fiducia, in una libera scoperta vigilata attentamente ma con meno interventi di correzione possibili.
La pressione viene quindi ribaltata sugli adulti: a loro vengono chiesti autocritica, autocontrollo, autodisciplina. Un grosso lavoro su di sé per liberarsi dei condizionamenti ricevuti dal vecchio modello educativo, comune a noi tutti, un impegno tutt’altro che facile. Per questo i maestri Montessori seguono corsi di formazione e di aggiornamento e poi continuano attraverso il lavoro di gruppo sul campo con i colleghi, affinando la modalità di osservazione dei singoli allievi e di conduzione dei gruppi.

- Valutazione dell'apprendimento
Guardare oltre voti e giudizi
Il metodo Montessori elimina voti e giudizi, ricatti e punizioni. Ma allora, come si valuta il percorso di ogni bambino?
Ci si basa su un’osservazione continua con relative annotazioni dei punti di arrivo. Si dà valore ai risultati in fatto di ordine, indipendenza e concentrazione, che emergono gradualmente come frutto spontaneo in una collettività pacifica, diventata comunità.
L’aiuto spontaneo, l’apprezzamento del lavoro di un compagno, l’adesione alle richieste ragionevoli di un adulto, la capacità di opporsi a ordini ingiusti, di progettare e di realizzare insieme ad altri, l’aumento della concentrazione e della persistenza degli interessi sono tutti segnali positivi di uno stato crescente di quella che Maria Montessori chiamava “normalizzazione”, cioè la progressiva liberazione da paure, da eventuali difficoltà nella relazione con gli altri.
È in questo stato che si manifesta la vera socializzazione o, meglio, la “società per coesione” in cui i conflitti si affrontano e si discutono e il progetto “educazione e pace” è sempre più realizzabile. Ed è in questo stato che si apprende meglio. Se mancano queste condizioni si verificano dei blocchi, che si manifestano in difficoltà di memorizzazione, errori ortografici persistenti, incapacità di concludere un determinato lavoro di calcolo o di scrittura.
- La nostra scuola Montessori
Un luogo di crescita armoniosa, a Varese
Scegliere una scuola Montessori per un bambino o una bambina è una scelta importante, che inciderà profondamente nello suo sviluppo e nel suo approccio al mondo.
La differenza con il metodo educativo comunemente applicato nelle scuole statali non deve generare fraintendimenti o sfiducia: il metodo Montessori è un’eccellenza educativa riconosciuta in tutto il mondo; paradossalmente, meno conosciuto e diffuso proprio nel paese della donna che l’ha messo a punto.

Negli ultimi anni, la narrazione pubblica ha associato ad alcune figure note come Larry Page e Sergey Brin (Google), Will Wright (Sim City) e Jimmy Wales(Wikipedia) una formazione a metodo Montessori, ripresentando in Italia la figura di Maria Montessori, spesso relegata ai margini del panorama educativo.