Montessori: un aiuto per autoeducazione

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Il presente Documento è uno dei testi di presentazione dell’AMITE (Associazione Montessori Italia Europa)

 

Quali sono i principi essenziali del metodo Montessori?

Il bambino visto come maestro d’amoreessere spirituale con un compito cosmico nella storia dell’umanità, unità biopsichica. Le sue mani sono l’organo dell’intelligenza, le sue conquiste sono guidate da diversi e successivi periodi sensitivi. Naturalmente attivo per la propria autocostruzione, mostra precocissime capacità di scelta, vivaci interessi connessi con le fasi di sviluppo, desiderio di indipendenza (Aiutami a fare da solo), apprendimento continuo grazie a spontanea ripetizione delle esperienze, concentrazione e naturale capacità di correggere gli eventuali errori. Le sue ricchissime potenzialità emergono se riceve ascolto ma anche limiti adeguati.

L’adulto come cooperatore delle forze vitali di ogni bambino, guida sensibile, osservatore attento e cauto negli interventi, capace di dare opportuni confini per attuare lo spazio di libertà necessario e congruente al singolo bambino e al gruppo, responsabile dell’ambiente di vita in cui il piccolo può manifestarsi.

L’ambiente preparato in ogni suo aspetto, con suddivisione di spazi, servizi inclusi, tutti offerti alla libera scelta di ogni bambino, a prescindere dall’età e dalle capacità, ma in stretta corrispondenza con esse; ordinato, funzionale, curato anche dal punto di vista estetico.

Secondo Montessori l’educazione è uno strumento di pace se vista quale processo dinamico di formazione dei bambini come degli adulti con un’influenza reciproca molto forte.

a) Con i bambini si realizza attraverso il rispetto

  • della loro attività spontanea;
  • dei tempi di attività e di crescita;
  • del massimo possibile degli scambi (diversità tra i bambini, gruppi o classi eterogenee per età; prossimità nido – casa dei bambini – scuola elementare);
  • della socializzazione come risultante dell’equilibrio raggiunto dagli individui e diretta conseguenza di un ambiente armonioso che non separa bambini o ragazzi per età, né per livelli di competenza e che è guidato da adulti nonviolenti, ma fermi e autodisciplinati.

b) Con educatori e docenti si realizza grazie a una loro formazione continua nel tempo, insieme a un accurato scambio di rapporti e di verifiche con i genitori che devono conoscere il più possibile come vivono e crescono i figli lontani da loro.

L’educatore di conseguenza basa il suo agire :

  • su un’osservazione empatica, obiettiva e continua,
  • su note accurate circa il percorso di ogni bambino,
  • sull’ambiente che cura costantemente come altro maestro, tenendo ben presente la voce delle cose cui il bambino è molto sensibile,
  • sulla capacità di favorire l’attività e la libera scelta dei bambini vigilando sul proprio modo di intervenire, di presentare senza mai sostituirsi al bambino o ragazzo,
  • sull’astensione da giudizi verbali, confronti, gare, voti, premi, lodi, applausi, minacce, punizioni come da ogni intervento superfluo,
  • nel caso di bambini con particolari difficoltà di varia natura, ne segue il percorso come per gli altri e con gli altri, affiancandosi, offrendo concreti aiuti indiretti, privi di moralismo e di maternalismo,
  • anche con i bambini più piccoli segue lo stesso criterio, sostenendo ogni segnale di nuova autonomia.

Questi diversi elementi creano quel clima proprio di un ambiente montessoriano, basato sulla collaborazione, lo scambio, l’aiuto reciproco.

Quali sono i segnali visibili di una situazione di questo tipo?

Bambini o ragazzi sono occupati in attività diverse, che cambiano quando vogliono, su loro scelta, rimettendo in ordine gli oggetti usati (possono farlo già intorno al 2° anno di vita). Più sono piccoli, più preferiscono agire individualmente – è un bisogno dell’età da rispettare – finché per gradi scelgono un compagno, poi due. Nella seconda infanzia sono già capaci di lavorare in piccolo gruppo, pur tenendo vivo lo studio individuale. In ogni caso le voci sono contenute e nessuno impone collettivamente il silenzio.

Gli adulti si confondono tra i bambini: non siedono in cattedra, ma nemmeno sempre accanto allo stesso bambino o gruppo di bambini, parlano a voce bassa, si rivolgono al singolo, non esprimono giudizi né richiami collettivi di alcun genere, pronti ad aiutare solo se indispensabile. Sono gentili, premurosi, senza distribuire carezze non richieste: comunicano tranquillità e fiducia.

Sanno di essere di continuo osservati dai bambini, quindi seguono con coerenza le stesse regole che danno loro e presentano l’uso di materiali, strumenti, utensili in modo da renderlo di maggiore successo In ogni caso consentono a ciascun bambino di provare e riprovare a suo modo e con i suoi tempi.

Il maestro è sì una guida, ma in primo luogo un educatore che ha fiducia nei bambini e sa interpretare e gestire i loro stati di sofferenza.

Gli oggetti sono sempre accessibili, disposti su mensole ad altezza di occhi e di mani infantili. Durante tutta la prima infanzia si dà grande importanza alle attività di vita pratica per la cura dell’ambiente e della persona – in particolare quelle con l’acqua che hanno un posto privilegiato nell’ambiente – ma anche al gioco nelle sue molte forme espressive e creative.
Allo stesso modo sono messi a disposizione e offerti alla scelta dei bambini 3/6 i materiali sensoriali e quelli per la conoscenza base delle quantità o del linguaggio scritto e dei ragazzini 6/12 i materiali che sostengono tutto il sapere culturale insieme ai libri, agli esperimenti di fisica e biologia, le grandi strisce della storia e altro ancora riguardante lo studio della lingua parlata e scritta.
I ritmi individuali di attività e di apprendimento vengono seguiti in modo personalizzato dall’insegnante.

Il controllo dell’errore è in massima parte affidato ai bambini stessi grazie al fatto che:

  • gli oggetti sono maneggevoli ma a volte anche fragili;
  • i mobili leggeri fanno rumore se spostati con sgarbo;
  • in un ambiente ordinato il disordine è subito visibile e ciascuno impara per gradi, nella calma, come rimettere a posto;
  • gli oggetti per la vita pratica o i materiali sensoriali, quelli per l’aritmetica o la geometria, la geografia o la grammatica, la storia o le scienze;
  • consentono tutti varie forme di autoverifica e quindi liberano il bambino dal dover dipendere dal continuo giudizio dell’adulto.

Qualsiasi bambino impara in modi diversi e secondo un ritmo personale, ma solo un ragionevole clima di libera scelta permette a ciascuno di raggiungere sicurezza, felicità nell’apprendere, libertà di azione nel rispetto degli altri e senso di responsabilità.

Il progetto educativo secondo Montessori è un complesso mosaico di attenzioni attraverso cui si realizzano relazioni umane tra adulto e bambino, tra bambini come tra adulti, basate non sulla forza e l’imposizione, ma sulla fiducia e l’autorevolezza, l’ascolto reciproco e la quiete, il rispetto dei tempi, delle risorse individuali, delle leggi del gruppo maturate e condivise.