Gli adolescenti e la scuola secondaria secondo il metodo Montessori

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Maria Montessori ha trattato il tema adolescenziale in vari scritti, conferenze, lezioni, interventi congressuali, ed ha tracciato le linee fondamentali del percorso educativo dell’adolescente in “Erdkinder- Schema per una riforma della scuola secondaria”.

Sulle sue indicazioni gli educatori montessoriani hanno attuato sperimentazioni che, dall’inizio degli anni ’30 in Olanda, li ha portati a sviluppare nel mondo vari modelli attuativi ( urbano, rurale, misto ), ciascuno dei quali risponde alle necessità territoriali in cui si trova ad operare.
Pur nelle loro necessarie differenziazioni, tutte queste scuole si ispirano al presupposto montessoriano che è la vita stessa a costituire l’ambiente preparato per l’adolescente e tutte, al di là del contesto specifico in cui operano, si focalizzano sullo sviluppo, sulla crescita ascensionale della personalità dell’adolescente.

La scuola è perciò concepita come un luogo integrato al suo interno e connesso in modo interdipendente con l’esterno (comunità, territorio, mondo), in cui l’adolescente compie sistematicamente delle esperienze di vita significative, che gli consentano di acquisire in contemporanea competenze fisiche, intellettive, emotive e qualità morali: in breve, uno sviluppo armonico della persona e una valorizzazione della personalità individuale.
La finalità perseguita da ogni Scuola Secondaria Montessori, infatti, non è solo l’istruzione dell’adolescente, ma la personale esplorazione di sé e del mondo, per aiutarlo a comprendere quale deve essere il suo posto nel mondo. Quindi ogni scuola è un ambiente educativo preparato con grande cura per aiutare l’adolescente a costruirsi una sorta di navigatore internoche gli consenta di seguire la sua rotta, senza perdersi nelle varie situazioni della vita.

Lo stesso spazio fisico scolastico è concepito in funzione di questa finalità e la sua organizzazione risponde al bisogno dell’adolescente di svolgere un lavoro o un’attività significativa, al suo bisogno di disporre di un ambiente che gli consenta di svolgerlo, al suo bisogno di costruire e di creare.
Questo spazio non si propone come una struttura statica e limitata, come accade nella scuola tradizionale, bensì come una struttura vivente, interconnessa al suo interno e con la realtà esterna. E’ uno spazio in cui si può apprendere attraverso il fare, che consente non il bighellonare ma il movimento operoso, in quanto movimento finalizzato ad uno scopo reale, ad una attività costruttiva, per svolgere la quale è necessario studiare, utilizzando tutto il sapere che le varie discipline sono in grado di offrire.